lunedì 4 giugno 2007

Sabotano un B-52 in partenza per l'Iraq: assolti

L'intenzione era delle migliori: prevenire danni materiali a cose e persone in Iraq. Per farlo, occorreva armarsi di martelli e chiavi inglesi e penetrare, alcuni giorni prima dello scoppio della guerra, nella base militare di Fairford, 60 chilometri a ovest di Londra. Fu così che il 18 marzo 2003 due cittadini inglesi decisero di sabotare i B-52 direttamente dalle piste di lancio. Incuranti del rischio che correvano, perché - a loro dire - "ciascuno ha una responsabilità diretta per cercare di evitare una guerra illegale e ingiustificata". Toby Olditch e Philip Pritchard conoscevano perfettamente il ruolo dei bombardieri pesanti e le conseguenze dei loro attacchi sulla popolazione civile. Pertanto, argomentarono dopo, agirono per evitare che il loro Paese, in veste di aggressore, si macchiasse di crimini di guerra contro la popolazione irachena. Scavalcato il recinto della base, i due pacifisti si diressero verso le 'fortezze volanti', intenzionati a svitare qualche bullone qua e là, smontare qualche ingranaggio, insomma, manomettere almeno uno o due degli otto motori 'Pratt & Whitney TF33', gioielli di meccanica militare in grado di far librare nell'aria mostri da 220 tonnellate carichi di bombe. Con loro avevano anche cartelli per avvisare i piloti del sabotaggio. Ma furono arrestati e rinchiusi nella prigione di Gloucester, per essere rilasciati su cauzione tre mesi dopo. Nell'aprile 2004, la prima udienza a Bristol. La corte ritenne plausibile accogliere alcune delle tesi difensive dei due attivisti. Nel gennaio 2006 la seconda udienza. La corte rimandò la sentenza a causa del disaccordo tra i membri del collegio giudicante, che impiegarono 12 ore per deliberare il rinvio. Una settimana fa la sentenza: piena assoluzione.
La loro difesa poggiava su una tesi che formalmente annullava il reato di cui erano accusati. I due avrebbero agito per prevenire un crimine più grave. I magistrati accolsero le argomentazioni a sostegno, ovvero che le cluster bomb e le bombe all'uranio impoverito trasportate dai B-52 avrebbero prodotto 'danni collaterali' alla popolazione civile. Le prime perché le piccole bombe inesplose si spargono su un'area sterminata, ferendo o uccidendo i civili anche a distanza di tempo dallo sgancio. Le seconde perché le sostanze sprigionate dall'impatto producono tossine radioattive, altamente nocive per la popolazione. La sentenza fu accolta con comprensibile tripudio, non solo dai due accusati, ma anche dalle migliaia di proseliti che da tutto il mondo avevano inviato loro messaggi di affetto. "Ringraziamo tutti - hanno dichiarato usciti dall'aula – e rivolgiamo un encomio alla dedizione dei nostri avvocati. Hanno contribuito a trasformare l'azione di due persone entrate in una base militare in un movimento di persone che agiscono per cambiare il modo in cui consideriamo lo Stato, l'abuso di potere e la nostra comune responsabilità come cittadini".

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